2 Agosto 1980-2018 la strage di Bologna, Bari ricorda le vittime

E’ il 2 agosto 1980, alle 10.25, nella sala d’aspetto della seconda classe della Stazione di Bologna Centrale, esplode un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata.Ottantacinque le vittime, oltre duecento i feriti. Quello di Bologna sarà ricordato come uno degli atti terroristici piu’ gravi del secondo dopoguerra per il quale si giunge a una sentenza definitiva solo il 23 novembre 1995: all’ergastolo,verranno condannati quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vengono condannati per il depistaggio delle indagini. Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emette nuove condanne per depistaggio. I mandanti della strage non sono mai stati identificati. Nella strage morirono anche sette baresi i cui nomi sono incisi su una lapide affissa sui muri di Palazzo di città: Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Silvana Serravalli in Bàrbera e Giuseppe Patruno. Davanti alla lapide il sindaco di Bari Antonio Decaro, con il presidente della Regione, Michele Emiliano, e i familiari di alcune delle vittime baresi, hanno deposto una corona di fiori e osservato un minuto di silenzio. – «Chiedo a tutti di fermarci e soppesare le parole, i toni. Le parole sono importanti, possono portare all’odio, alla violenza razziale. Le proprie ragioni vanno discusse, non urlate.Bisogna stare attenti alle parole». «Nel periodo delle stragi – ha sottolineato – c’erano le parole della politica e della commistione tra pezzi dello Stato e gruppi terroristici». «Quelle parole, hanno cambiato in peggio la vita di tante persone e hanno ammazzato, hanno allontanato giovani donne e uomini dalla politica, quella bella, quella sana, quella che ha l’obiettivo di migliorare lo stato delle cose. Quella politica che oggi ha perso di nuovo il suo orizzonte, che preferisce urlare anziché spiegare le proprie ragioni» ha concluso il Sindaco. “Fino a quel 2 agosto eravamo convinti di essere in un Paese felice – ha ricordato Emiliano – o almeno io questo credevo, forse per l’ età, e invece ci rendemmo conto che era possibile che delle famiglie in partenza per le vacanze potessero essere massacrate da una banda di vigliacchi che, come è scritto sulla lapide che abbiamo fatto apporre qui quando ero sindaco, si presentavano come gruppi neofascisti. Era un momento terribile della storia della Repubblica italiana. Questa memoria per me è quasi obbligatoria, come se fosse una cerimonia di commemorazione della mia famiglia. Va ricordato che questo era un evento quasi dimenticato quando diventai il sindaco di Bari, non c’era traccia sul palazzo del Comune, si ricordava in una strada sperduta tra Carbonara e Carrassi che era dedicata alle vittime della strage. Noi abbiamo ridato centralità a questa cerimonia ed è sempre emozionante rincontrare tutti i parenti, con i quali nel tempo siamo diventati amici.Bari da quel giorno ha fatto un grande passo avanti e vi chiedo di non farla mai tornare indietro, di consentire sempre a coloro che il 2 agosto saranno qui, di commemorare questo evento con la stessa emozione, tramandando questa coscienza collettiva che abbiamo faticosamente costruito. La forza di questo Paese sta nella sua cultura generale, politica, del lavoro, del rispetto della pluralità. Per questo serve rimanere custodi commossi e compenetrati della strage di Bologna del 2 agosto”- ha concluso il Presidente Emiliano

Live della cerimonia a Bari del 38mo anniversario della strage di Bologna

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