Emiliano:"Adesso come ricominciamo? Il centrosinistra deve aprirsi"

L’intervento integrale di Michele Emiliano che ha partecipato alla presentazione del libro di Antonello Caporale “Matteo Salvini.Il ministro della paura” nell’ultima serata della 14ma edizione di #Lectorinfabula, il festival culturale europeo.
“Io qua ho scardinato completamente il meccanismo destra e di sinistra. L’ho fatto con la cautela del contadino. Non ho sgarrato. Però, è evidente che in una terra come questa, costruire quello che abbiamo fatto negli ultimi 15 anni con la logica “Io sono di sinistra e voi siete di destra” sarebbe stato impossibile.
Naturalmente ancora oggi io ho della gente che, quando mi capita ad esempio di nominare nel consiglio di amministrazione una persona che viene da un’altra parte politica, succede il manicomio come se io avessi rubato la posta nella cassetta del mio vicino di casa. Invece io continuo ad andare dritto.
L’altro giorno ho scherzato un po’ con Salvini, l’ho rimesso un po’ a posto, e Repubblica era contentissima. Niente di particolare: sono stato fortunato perché Salvini commette un errore. Io sono un generale della battaglia quindi è chiaro che devo sfruttare questo momento di errori di un avversario immensamente più forte di me e di noi. Lui si fa invitare in un quartiere difficile di Bari, non da un insegnante, un sacerdote, un militante del suo partito, ma si fa invitare dal coordinatore di un circolo della birra che si era fatto tutti i partiti.
E quindi fa quest’errore e con la malignità che ovviamente lui ha capito al volo, io ho chiamato il capo di gabinetto del ministro e gli ho detto guardi deve spiegare al ministro che lui sta rischiando di umiliare tutto il lavoro di legalità che noi abbiamo fatto in vent’anni in questa regione. Cioè non va nel quartiere libertà, dove c’è un problema, perché lui il fiuto del problema l’ha beccato, lui sente che in quel quartiere c’è una crisi perché vivono in venti in un’abitazione che ne potrebbe contenere quattro. Qualcuno dice, com’è capitato nel film “Come un gatto in autostrada”, che uno dei fastidi principali sono gli odori della cucina perché la loro cucina, un po’ come l’odore delle persone che è legato da quello che si mangia, è diverso dal nostro. Questa roba ovviamente determina una irritazione profondissima oltre a un via vai forse di spacciatori e di altre cose sulle quali il sistema di sicurezza, non il sindaco o il presidente della Regione, il sistema di sicurezza non agisce adeguatamente. Perché lo Stato, come a Foggia per il caporalato, si spaventa di fronte a certe situazioni e non ha il coraggio di andare nei ghetti a ripristinare la legalità.
Però Salvini non ha avuto il coraggio di fare il funerale ai 16 ragazzi di Foggia. Io c’ho anche provato a dirglielo, ma ha detto che sono di religioni diverse, di paesi diversi, le partenze delle salme sono diverse.
Ma voi immaginate 16 ragazzi dell’Unione Europea o italiani che muoiono in due incidenti stradali mentre vanno a lavorare? Voi ne avete sentito parlare più? Finito.
Perché quella cosa era la dimostrazione che noi l’agricoltura italiana senza quei ragazzi non riusciamo a muoverla. La zootecnia italiana è tutta nelle mani degli extracomunitari tant’è che si può fare un film come quello in cui si finge la sparizione improvvisa di tutti i migranti nel nostro Paese e si fa il calcolo del PIL perduto ed è un calcolo devastante.
Salvini intuisce che stiamo invecchiando e che non abbiamo natalità; in Puglia abbiamo fatto solo 31mila bambini il che vuol dire che collassa tutto, le scuole lo sport, l’economia, e su questa catastrofe devi reggere la società e devi reggere il fatto che in una Regione in cui sono tante le brave persone che hanno voglia di costruire un futuro diverso per il nostro Paese che devi saper intercettare e spesso devi mettere insieme. Loro sono riusciti a metterli insieme.
Il governo giallo verde è il governo Renzi, perché ricordatevi che questo governo lo ha stabilito Renzi, perché noi avevamo chiuso un accordo sul quale erano d’accordo tutti da Mattarella a Minnitti. Erano contro Calenda e Renzi che era arrivato ad un passo dalla chiusura. Provate a immaginare un Salvini che è il terzo partito, perché è arrivato terzo e il Pd era il secondo partito, avevamo tutta la legittimazione anche strutturale di partecipare a questo governo, perché i primi due partiti sia pure con un orientamento politico diverso avrebbero avuto legittimazione a farlo. E’ chiaro che sarebbe stata la morte del renzismo.
La strategia di contrasto al Salvinismo e ai Cinque Stelle, secondo me e come noi abbiamo sempre fatto con la destra, non è quella della persecuzione non è quella dell’invettiva. E’ quella di prenderli in castagna sul merito delle cose. Siamo riusciti a spiegare al sindacato Italiano che non era il caso di firmare l’accordo Ilva con il vecchio governo perché sennò il vecchio governo a noi di centrosinistra ci avrebbe massacrato; voi immaginate se avessimo firmato l’accordo Ilva con Calenda? Avremmo fatto un piacere gigantesco a di Maio e Salvini.
Loro avrebbero detto: “l’hanno firmato loro, la fabbrica deve rimanere aperta, questi sono degli assassini di bambini. Io ho detto “no, mi dispiace. Nell’interesse vostro, voi questo accordo dell’Ilva lo dovete firmare con il nuovo governo, dovete coinvolgerlo. E infatti la vicenda è estremamente più equilibrata.
La dialettica politica con il governo giallo verde, non si fa con l’invettiva vecchio stile, non si fa dandogli del fascista.
Adesso come ricominciamo? Il centrosinistra deve aprirsi. Se domattina dovessi dire che tutto quel gigantesco patrimonio che è il Pd, che noi qui abbiamo fondato mattone su mattone, lo abbiamo creato da zero poche persone sotto il fuoco di chi non ne voleva la nascita. Mi ricordo un articolo di Rino Formica che mi diffidava dall’aprire a un processo di costruzione del Pd. Con Vendola che era contrario e che se invece avesse partecipato al processo di strutturazione del Pd sarebbe stata un’altra storia e un altro partito. Adesso invece siamo in una fase in cui è possibile che questa storia si stia esaurendo, lo dobbiamo verificare. Dobbiamo prendere quel popolo che ha lavorato a quel progetto e portarlo da un’altra parte, assieme ad altre persone che abbiano visioni simili. E questo processo come al solito nascerà in Puglia, perché saranno le elezioni di Bari e della regione Puglia del 2020 a far capire qual è il fronte che sta costruendo l’alternativa al governo giallo verde. Direi in maniera omeopatica. Il popolo italiano non si farà più fottere – scusatemi il termine – da un riformismo finto che stando dalla parte dei potenti cerca di addomesticare quelli che si devono ingoiare le pillole. Noi dobbiamo essere dall’altra parte. Non possiamo essere quelli che giocano con l’Ilva e poi contemporaneamente essere quelli che difendono i bambini di Taranto. Noi dobbiamo decidere e quella decisione la devo prendere anche io ed è la ragione per la quale sono un corpo estraneo all’interno del Partito Democratico nazionale. Credo che persino Zingaretti abbia paura di chiedermi aiuto, perché se mi chiede aiuto lui sa a quali condizioni deve chiedermi questo aiuto. Noi abbiamo adesso bisogno, come fronte progressista che è una cosa vasta che comprende tutti, di strutturare un progetto che regga la società italiana meglio di quanto non sappia già fare il governo giallo-verde, altrimenti le elezioni non le vinciamo più”

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