M5S: "Nuova sede Regione Puglia, che scandalo!"

Da 40 milioni a quasi 100 per un’opera pubblica che sarebbe dovuta essere pronta nel 2014 ma che è ancora in costruzione. I “fari” dei 5 Stelle si sono accesi sulla nuova sede unica della Regione Puglia, nel quartiere Japigia di Bari. E così gli esponenti pugliesi del partito pentastellato hanno presentato in conferenza stampa uno studio durato 9 mesi su quello che il consigliere regionale Antonella Laricchia definisce “uno dei più gravi scandali nella realizzazione di un’opera pubblica accaduto qui in Puglia”. Annunciato un esposto alla Corte dei Conti, alla Procura di Bari e all’Anac.

Servizio di Maurizio Spaccavento

 

Poche ore dopo la conferenza stampa è stata diffusa una nota con la replica del direttore del Dipartimento regionale Ecologia e Lavori pubblici, Barbara Valenzano, e un’altra nota con la controreplica del gruppo del M5S al Consiglio regionale. Di seguito i due testi:

 

VALENZANO – Il direttore del Dipartimento regionale Ecologia e Lavori pubblici, Barbara Valenzano comunica – a seguito della conferenza stampa del Movimento 5stelle svoltasi questa mattina sulla nuova sede del consiglio regionale – che “la quinta variante ai lavori non è stata approvata dalla Giunta regionale ma con una determina dirigenziale, per poter rispondere agli intervenuti mutamenti legislativi in materia di efficientamento energetico.
Non risulta vera inoltre la circostanza secondo la quale l’importo dei lavori sarebbe lievitato a 95 milioni. Stiamo parlando infatti – continua la Valenzano – di un’opera che risale a 15 anni fa, i cui costi di realizzazione e dei materiali utilizzati sono decisamente aumentati. La variante apportata quindi risulta assolutamente trasparente e rispondente alla normativa vigente in quanto comporterà risparmi nel tempo per la gestione energetica. In più sono state apportate modifiche per la legislazione antisismica. Le modifiche sono obbligatorie per gli edifici pubblici. Sarà infine nostra cura fornire ogni documentazione utile per approfondire la vicenda. E comunque nessuna variante – conclude il direttore del dipartimento – è stata mai approvata dall’amministrazione guidata dal Presidente Emiliano”.

 

M5S –Comprendiamo la necessità della dirigente Valenzano di difendere, forse su richiesta, il datore di lavoro Michele Emiliano. Tuttavia pur sorvolando sulla singolarità di una dirigente che risponde ad una conferenza stampa di un gruppo politico non possiamo non constatare la debolezza degli argomenti che leggiamo nella sua replica di fronte alle numerose criticità documentate e inconfutabili che abbiamo presentato questa mattina in conferenza stampa.
Innanzitutto ricordiamo alla dirigente Valenzano che la 5a variante è stata approvata nel maggio 2016 data in cui, se la memoria non inganna, il Presidente della Regione Puglia era lo stesso Emiliano che come tale era all’epoca, come oggi, il controllore e il responsabile dell’amministrazione regionale.
Ci sforziamo di comprendere altresì anche lo sforzo di raccontare “quante cose belle” siano state acquistate con la variante in questione ma i dubbi sollevati nella conferenza stampa di cui siamo disponibili ad inviarle una copia video per qualsiasi chiarimento, non sono mai stati relativi alla tipologia di oggetti acquistati quanto agli ingiustificabili prezzi o sovrapprezzi applicati agli stessi.
La Valenzano forse non sa che i prezzi dell’appalto sono stati fissati non 15 anni fa, nel 2003, ma in sede di progetto esecutivo redatto nel 2010, quando l’importo dei lavori, per enorme aumento di opere e non per aumento di prezzi, aveva raggiunto l’importo di circa 67 milioni. Se variazione di prezzi c’è stata, questa va riferita non a 15 ma a 8 anni fa, e cioè alla data dell’appalto nel 2010. E comunque l’enorme aumento del costo dopo il 2010 è dipeso non dal normale aumento dei prezzi di mercato ma soprattutto dagli enormi e ingiustificati prezzi attribuiti alle opere in variante. D’altronde la dirigente Valenzano vuole davvero convincere noi e i pugliesi del fatto che in degli uffici pubblici sia opportuno acquistare delle plafoniere che costano 637€ al pezzo quando sul mercato plafoniere con prestazioni illuminotecniche assolutamente identiche sono reperibili a 130-150€? Le ricordiamo che il requisito di agire secondo criteri di “economicità e di efficacia” non è un capriccio di un gruppo politico ma è una precisa disposizione di legge. E come si giustifica un sovrapprezzo per un controsoffitto che passa da 3,50€/mq ad oltre 56€/mq? O vuole provare a spiegarci l’indiscutibile e inaccettabile dato di circa 1000 giorni di sospensione lavori?
Altra dimostrazione di quanto il direttore Valenzano conosca poco il progetto e il procedimento (dal momento che è stata incaricata di effettuare una indagine interna sulla vicenda) riviene dalla sua affermazione secondo cui sarebbero state apportate modifiche obbligatorie per rispettare la legislazione antisismica. La Valenzano non sa, in modo grave e preoccupante, che l’adeguamento alle norme sismiche intervenne nel 2009 e cioè un anno prima dell’appalto e che dalla data dell’appalto (2010) fino alla data della 5a variante (maggio 2016) non c’è stata alcuna variazione della normativa sismica. Risulta pertanto essere non vera e deviante l’affermazione secondo cui i costi della quinta variante sarebbero dipesi dall’adeguamento a normativa sismica.
Ha ragione la Valenzano a ricordare che è un’opera che risale a 15 anni fa e che doveva essere completata con urgenza ed è per queste ragioni che in casi come questo sarebbe meglio e più opportuno rimanere in un decoroso silenzio almeno per rispetto dei cittadini che sono costretti a pagare l’alto prezzo di questa sciatteria.
A tal proposito risulta strano che invece contesti la cifra dei 95 milioni di euro (pur non dicendo quale sarebbe dunque a suo parere la cifra) relativa all’attuale entità dei lavori dal momento che, se la matematica non è una opinione, sommando ai 39.500.000 € iniziali, i 27.830.690€ delle varianti progettuali e gli altri 27.668.000 € delle 5 varianti in corso d’opera si arriva proprio alla cifra di 95 milioni. D’altronde basterebbe che esaminasse solo come i progettisti hanno determinato la loro parcella di quasi 12 milioni che riviene proprio dall’applicazione di una percentuale di circa il 12% sull’importo dei lavori di, appunto, 95 milioni.
Apprezziamo in ultimo la disponibilità della Valenzano a rilasciarci ogni documentazione utile anche perché è tenuta a farlo su richiesta di un consigliere regionale, ma non è a noi che dovrà dare spiegazioni quanto piuttosto, se sarà necessario, alle autorità giudiziarie a cui come annunciato presenteremo a breve un esposto con tutta la documentazione.

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