Nel carcere di Taranto si produrrà birra artigianale con il pane

E’ stato presentato in Fiera del Levante, il progetto “Riscattarsi con gusto” che metterà in campo una serie di iniziative finalizzate a contrastare un fenomeno drammatico dai costi economici e sociali elevatissimi, ovvero quello delle recidive dei detenuti. La produzione di birra artigianale all’interno del carcere di Taranto permetterà ai detenuti di realizzare un percorso di formazione e inclusione applicato alla produzione e mescita di birra artigianale a km zero. Alla presentazione del progetto erano presenti: il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria di Puglia e Basilicata il dott. Carmelo Cantore, unitamente al direttore della struttura penitenziaria di Taranto la dott. Stefania Baldassarri, che hanno evidenziato come l’incremento di attività lavorative all’interno delle strutture penitenziarie, attraverso attività imprenditoriali come il birrificio, possano diventare uno strumento che faciliti non solo il reinserimento, ma può fornire occasioni d’impiego al termine della pena, con conseguente abbattimento del rischio di recidiva. Presente anche il Presidente dell’Associazione MondoBirra ing. Piero Conversano, il direttore del Progetto “Riscattarsi con gusto” il giornalista Espedito Alfarano. Il progetto prevede la sperimentazione produttiva di una birra artigianale preparata dai detenuti con il pane che altrimenti finirebbe nella pattumiera. Sarà una birra chiara, dove la materia prima recuperata (il pane, appunto) va a sostituire in parte il malto d’orzo, conferendo profumi e sapori di crosta di pane a una bevanda dalla gradazione alcolica modestissima. Il progetto sarà in collaborazione con l’istituto tecnico agrario di Massafra in provincia di Taranto che permetterà, sui terreni del carcere, di coltivare orzo e luppolo per produrre birra.

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