Banca d'Italia: in Puglia bassa produttività, servono investimenti

Nel 2017 l’attività economica pugliese è cresciuta in misura modesta. Il PIL regionale risulta ancora inferiore dell’8,5% rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi (5,4% in Italia e -9,7% nel Mezzogiorno). Emerge dal rapporto sull’economia della Puglia, presentato oggi nella sede di Bari della Banca d’Italia. “Il problema è la bassa produttività e la risposta è nel rilancio degli investimenti” ha detto il direttore Pietro Sambati.

Le imprese:
Nel 2017 la crescita nell’industria in senso stretto si è rafforzata, beneficiando dell’andamento della domanda interna e di quella estera. In base all’indagine Invind della Banca d’Italia il fatturato è cresciuto dell’1,7% (0,8% nel 2016). La crescita è stata trainata dal siderurgico, che ha beneficiato della ripresa dell’Ilva, i cui livelli produttivi rimangono tuttavia inferiori rispetto al periodo precedente le vicende giudiziarie. L’alimentare e il meccanico hanno ristagnato; un contributo negativo è giunto dal mobile, che sconta anche le difficoltà di alcune imprese nel distretto della Murgia. Gli investimenti hanno ripreso a crescere, sebbene con un’intensità modesta (1,0%).
Nelle costruzioni il valore aggiunto ha ristagnato (0,4%), interrompendo il calo dell’anno precedente: nel comparto delle opere pubbliche il valore della produzione si è ridotto; nel residenziale l’attività ha beneficiato dell’ulteriore crescita delle compravendite (6,0%). Rispetto al minimo storico del 2013, il recupero degli scambi è stato di circa 1/3. I prezzi sono invece ancora diminuiti (2,2%).
Il valore aggiunto dei servizi ha continuato a crescere (1,1%), sostenuto dal comparto turistico, che continua a beneficiare dell’aumento delle presenze (5,2%), soprattutto di turisti stranieri.
Il valore aggiunto del settore agricolo si è ridotto (4,0%); al calo hanno contribuito quasi tutte le principali colture.
Nel 2017 le esportazioni pugliesi sono cresciute (4,1% a prezzi correnti), a un ritmo inferiore rispetto al Mezzogiorno e all’Italia. La crescita dell’export regionale è attribuibile soprattutto ai macchinari, all’agroalimentare e al siderurgico, in ripresa dopo il calo del 2016.

Le famiglie:
Nel 2017 l’occupazione, dopo l’aumento degli ultimi due anni, è rimasta stabile (0,3%). I livelli occupazionali in regione risultano pertanto inferiori di oltre il 6% al picco pre-crisi del 2008 (-80.000 occupati circa). Nel 1° trimestre 2018 l’occupazione è tornata a crescere dell’1,0% su base annua. La riduzione della partecipazione al mercato del lavoro si è riflessa, nel corso del 2017 in un calo del tasso di disoccupazione al 18,8% (dal 19,4 del 2016). A livello nazionale è attualmente all’11,2%.
La forza lavoro regionale continua a registrare un progressivo invecchiamento: gli individui con oltre 45 anni nel 2017 rappresentavano il 44% della forza lavoro, circa (10 punti in più del 2008); di contro la quota di individui fino a 34 anni si è ridotta di 8 punti.
Nel 2016 il reddito disponibile delle famiglie ha continuato a crescere, confermando l’espansione registrata nei due anni precedenti. Ne hanno beneficiato i consumi, in crescita dell’1,0%.

I prestiti:
Nel 2017 la dinamica espansiva dei prestiti bancari ha accelerato (1,9%). L’incremento è proseguito ad un ritmo analogo nel 1° trimestre dell’anno in corso.
La moderata crescita dei finanziamenti bancari alle imprese iniziata nel 2016 è proseguita (0,9%); l’aumento del credito ha interessato sia i prestiti alle aziende di maggiori dimensioni (0,9%) sia quelli alle imprese piccole (1,0%). I prestiti sono aumentati soprattutto nel manifatturiero e, con minore intensità, nei servizi (rispettivamente del 5,1% e 2,0%). È ancora diminuito il credito al settore delle costruzioni (5,4%). L’incremento dei prestiti ha riguardato solo le imprese classificate, in base agli indicatori di bilancio della Cerved, come non rischiose. La maggiore richiesta di prestiti è riconducibile soprattutto al finanziamento degli investimenti. I tassi di interesse a breve termine si sono ridotti dal 6,1% al 5,7%, mentre quelli sulle erogazioni a medio e lungo termine sono rimasti stabili (2,5%).
Nel 2017 i prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie pugliesi sono aumentati del 3,9% (4,0% se si considerano solo quelli bancari), dal 2,9 del 2016.
La crescita del credito al consumo è proseguita a ritmi sostenuti (7,0%). I prestiti per l’acquisto di abitazioni, che rappresentano i tre quinti dell’indebitamento delle famiglie, sono ulteriormente cresciuti (3,1%). I tassi di interesse sulle nuove erogazioni sono rimasti su livelli molto contenuti; i nuovi mutui a tasso fisso hanno superato i tre quarti del totale.

I prestiti deteriorati:
Nel 2017 è ancora migliorata la qualità del credito favorita dal miglioramento della congiuntura.
Il tasso di deterioramento (flusso dei nuovi prestiti deteriorati sul totale dei crediti non deteriorati all’inizio del periodo) è diminuito al 3,0% dal 3,7% del 2016. Il dato è in linea con la media del Mezzogiorno, ma superiore a quello nazionale. Lo stock di prestiti bancari deteriorati si è ridotto: al lordo delle rettifiche di valore è sceso dal 22,3% dei prestiti complessivi a fine 2016 al 18,9% (29,6% per le imprese e 9,4% per le famiglie). Le sole sofferenze rappresentavano il 13,3% dei crediti totali (15,3% nel 2016). Il tasso di copertura dei prestiti deteriorati si è attestato al 52,8%, quello relativo ai soli crediti in sofferenza al 62,9%, valori stabili rispetto all’anno precedente e in linea con quelli pre-crisi.

La raccolta:
Nel 2017 i depositi bancari delle famiglie e delle imprese hanno continuato ad aumentare (3,1%). I conti correnti, i cui tassi di interesse sono rimasti su livelli prossimi allo zero, hanno ancora registrato una sensibile crescita (8,2%); i depositi a risparmio hanno invece continuato a ridursi. Il valore complessivo, ai prezzi di mercato, dei titoli in deposito delle famiglie pugliesi è diminuito del 3,8%, riflettendo soprattutto il calo delle obbligazioni emesse dalle banche; le quote investite in OICR sono invece aumentate del 16,4%.

Nel video le dichiarazioni del direttore della sede di Bari della Banca d’Italia Pietro Sambati e di Maurizio Lozzi, tra i curatori del rapporto.

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