E' finita: il Bari calcio scompare dopo 110 anni

Centodieci anni di storia. Oggi la parola fine. Il Bari non esiste più. La ricapitalizzazione da 3 milioni di euro che sarebbe dovuta avvenire in extremis entro le 18 non si è concretizzata, motivo per cui entro le 19 non è stato possibile presentare il ricorso per la riammissione alla serie B.

Tutto ciò perché, preso atto dell’impossibilità di ricapitalizzazione da parte dei due soci, Cosmo Giancaspro e Gianluca Paparesta, è venuta meno la disponibilità ad intervenire da parte della cordata composta da Andrea Radrizzani e Ferdinando Napoli. I due imprenditori, coinvolti nell’operazione dal sindaco di Bari Antonio Decaro, hanno alzato le braccia, quando tutti speravano nel buon esito del salvataggio, a causa soprattutto della montagna di debiti emersi studiando le carte: oltre 18 milioni di euro. Non è stato facile venirne a capo inizialmente perché la situazione contabile era cristallizzata al 31 marzo.

“Negli ultimi giorni abbiamo valutato attentamente la possibilità di investire nel Bari – ha scritto in una nota Andrea Radrizzani insieme ad altri partners e investitori locali. Purtroppo il poco tempo disponibile per eseguire una due diligence dettagliata e approfondita consona ad una operazione con un alto profilo di rischio ci costringono a malincuore ad abbandonare questa idea e sfida. Auguriamo che la società possa essere salvata e restiamo disponibili a valutare future collaborazioni e investimenti”.

In mattinata il sindaco Decaro aveva scritto: “Capisco l’ansia e il desiderio di essere informati «minuto per minuto», ma invito tutti a tenere i nervi saldi e a non aumentare la pressione, già altissima, sui protagonisti della vicenda. Mancano ormai pochissime ore. Vorrei che passassero nel modo più proficuo per tutti. Incrociamo le dita aspettando fiduciosi l’esito definitivo delle trattative dirette tra le parti”.

Di tutt’altro tenore, naturalmente, la nota emessa in serata dal primo cittadino: “Questo è un brutto giorno non solo per il calcio barese, ma per tutta la città. È il giorno di una sconfitta, che brucia mille volte di più di tutte le sconfitte sul campo. Ci abbiamo provato tutti a fare tutto quello che era possibile. Ho provato anche io, forse andando oltre le competenze di un sindaco. L’ho fatto da responsabile di una grande comunità, l’ho fatto da cittadino e anche da tifoso. Ora però non bisogna mollare. Dobbiamo continuare con tutte le nostre forze a lavorare perché a Bari il calcio non finisca in questo pomeriggio di luglio. Non lo merita la città, non lo meritano i suoi tifosi”.

Il riferimento è alla possibilità di iscrivere una nuova società alla serie D. Anche in questo caso il sindaco avrà un ruolo centrale. A lui spetta infatti “custodire” il titolo sportivo ed assegnarlo in tempi stretti a nuovi imprenditori disponibili a ripartire con un progetto serio dalla D. Tra questi potrebbe esserci lo stesso Ferdinando Napoli che non ha chiuso a questa ipotesi.

C’è un’altra strada che porterebbe un nuovo Bari a disputare nella prossima stagione il campionato di serie C. E’ quella legata al presidente del Bisceglie Nicola Canonico: “Porto il titolo di serie C a Bari” ha detto il politico che a maggio 2014 partecipò all’asta che consegnò il Bari nelle mani di Paparesta. La nuova società, già registrata, si chiama AS Bari 2018, ma bisogna verificare la percorribilità regolamentare di questa strada e il gradimento della piazza biancorossa.

Intanto il ds Sean Sogliano ha definito “una vergogna la mancata iscrizione” e a lui è toccato comunicare la fine della FC Bari 1908 alla squadra in ritiro in Trentino. Domani lo sciogliete le righe. Tutti liberi a breve di accasarsi a parametro zero in altre società. Secondo gianlucadimarzio.com, Galano, per esempio, sarebbe già ad un passo dal Benevento.

Nel video, l’ultima conferenza stampa dell’ormai ex presidente Cosmo Giancaspro, del 27 maggio scorso. Solo un mese e mezzo fa cercava di rassicurare tutti invece di lanciare l’allarme. Parole che oggi suonano ancor di più come una beffa. Muovendosi un mese e mezzo fa forse ci sarebbe stato il tempo per evitare la morte calcistica di un’intera città.

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