Rifiuti, Bari: dal comitato "No inceneritore" ricorso a Mattarella

E’ una storia infinita, un girotondo di pareri controversi e discordanti, di rimpalli di responsabilità tra enti e istituzioni. Parliamo del progetto per la costruzione dell’impianto di ossidocombustione della Newo che dovrebbe bruciare i rifiuti urbani indifferenziati nella zona industriale di Bari-Modugno e la cui realizzazione, stando agli atti, ha ottenuto parere favorevole di VIA-AIA (valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale). Fin qui tutto regolare se non fosse che la realizzazione dell’impianto in questione stando, alle valutazioni sulla sostenibilità ambientale, non sarebbe coerente con i programmi ministeriali, sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini residenti nelle vicinanze dell’impianto, non smaltirebbe i nostri rifiuti ma quelli provenienti da altre regioni ed essendo un impianto sperimentale il prodotto che ne deriverebbe dalla ossidocombustione, le cosiddette perle vetrose, è al momento sconosciuto. Da mesi continua la protesta dei cittadini e associazioni ambientaliste che chiedono di fare chiarezza sulla vicenda sempre più ingarbugliata. “Non vogliamo diventare il nuovo rione Tamburi di Bari” dice Corsina De Palo, docente di una scuola primaria del quartiere San Paolo, e rappresentante del comitato “No inceneritore”, che in conferenza stampa ha illustrato insieme all’avvocato Luigi Campanale le ragioni del ricorso straordinario all’indirizzo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Obiettivo: impedire la costruzione dell’inceneritore.

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