Sanità, Puglia: il primo robot "assistente" nella chirurgia delle neoplasie della bocca e della gola

L’ingegneria biomedica in continua evoluzione, sta migliorando la qualità delle terapie e dei trattamenti in chirurgia, offrendo al medico e alla sua equipe “assistenti” robot affidabili. I robot chirurgici, un estensione delle mani umane all’interno del corpo del paziente, consentono l’esecuzione di interventi complessi e ad alta precisione, accorciando tempi di recupero grazie a un approccio mini invasivo. E’stato inaugurato in Puglia all’Ospedale Dimiccoli di Barletta, il primo sistema robotico per interventi chirurgici di precisione di natura oncologica in otorinolaringoiatria. Si chiama Flex Robotic System, èd è il primo sistema robotico flessibile del suo genere, utilizzato in un ospedale italiano. Il Flex Robotic System, realizzato dalla Medrobotic Corporation di Boston, ha un costo complessivo di 1mln e 500mila euro, grazie alla sua flessibiltà, consente di raggiungere aree anatomiche nascoste, difficili da visualizzare e da trattare, attraverso le vie naturali come la bocca. “Questo strumento tecnologico è fondamentale non solo perché è il primo in Italia ma perché daremo a tutti i cittadini la possibilità di averlo a disposizione nel più breve tempo possibile. Lo abbiamo ottenuto solo al fine di migliorare l’assistenza dei pazienti affetti da neoplasie del cavo orale, della base della lingua e della laringe, organi fondamentali che consentono ai pazienti di alimentarsi e parlare”. Lo ha detto il direttore dell’U.O.di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Dimiccoli di Barletta, Michele Barbara. “E’ fondamentale -ha continuato il Dott. Barbara- per la vita di tutti i giorni consentire un rapido ripristino delle funzioni di questi organi, perché non si può stare senza parlare o respirare. Prima facevamo questi interventi attraversando strutture sane per arrivare nella zona del tumore, quindi avevamo un sito chirurgico da dover operare e quattro siti naturali demoliti o traumatizzati per raggiungere la malattia. Quindi avevamo la necessità di guarire il sito malato ma anche il sito sano che avevamo traumatizzato. Dovevamo fare tracheotomie, i pazienti mangiavano con il sondino nasogastrico e gli erano sconvolte la vita e le emozioni. Con questa nuova tecnologia, che è un robot ma non un sistema automatizzato, è sempre l’uomo che opera entrando nel corpo umano con uno strumentario piccolo che ci consente di togliere la malattia a radicalità oncologica. Non è solo è un intervento mini invasivo, ma minimizza il rischio per il paziente”. Il braccio robotico flessibile, che diventa una vera e propria estensione degli occhi e delle mani del chirurgo, ha un estensione massima di 20 centimetri, ha la grandezza di una moneta, termina con una telecamera 3D che da una visione diretta e completa dell’area da operare e trasporta strumenti flessibili miniaturizzati di 2 millimetri manovrati direttamente dall’operatore. Facilmente trasportabile da una sala operatoria all’altra, il FlexRobotic System, consente anche al chirurgo di operare vicino al letto del paziente e poiché è dotato di un monitor 3D permette la visualizzazione dell’intervento a tutta l’equipe chirurgica.

servizio di Lory de Marzo https://www.mediareport.tv

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