Xylella, ulivi infetti estirpati. Il danno e la beffa per gli olivicoltori alle prese con vincoli di reimpianto e smaltimento della legna

Non c’è pace per gli ulivi del Salento.Per gli ulivi infetti da Xylella Fastidiosa non c’è cura.Troppi anni persi dietro cavilli burocratici e rimpalli di responsabilità, hanno consentito al batterio vegetale che causa il disseccamento rapido degli ulivi, di avanzare inesorabilmente e distruggere milioni di piante. Un danno economico di oltre un miliardo di euro, olivicoltori al collasso, paesaggio desertificato, frantoi svenduti a pezzi e migliaia di posti di lavoro persi. E’ questo l’amaro bilancio che ha messo in ginocchio il comparto olivicolo pugliese. Intanto nelle campagne tra Ruffano e Montesano in provincia di Lecce, si estirpano gli ulivi infetti. Gli agricoltori chiedono interventi adeguati per affrontare il disastro; primo fra tutti la possibilità di reimpiantare alcune cultivar resistenti al batterio della Xylella come ad esempio la Favolosa 17 e la Leccina per poter ricominciare a produrre olio di qualità, un aiuto concreto ai frantoi che al momento sono fermi per mancanza di prodotto, al ministero dell’Ambiente e al ministero dei beni culturali di agire tempestivamente per favorire l’eliminazione dei vincoli paesaggistici e poi c’e il problema dello smaltimento della legna. Che fare dopo aver estirpato gli alberi infetti?
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